L’accoglienza in degenza inizia al momento dell’entrata del paziente: viene presentata la struttura anche con l’aiuto di opuscoli che facilitano l’orientamento e accrescono la capacità dell’utilizzo della stessa. A seguire ci sono i momenti di “compagnia”, non solo per i pazienti, ma anche per i famigliari che assistono, perché spesso la presenza di un estraneo, però attento e dedicato a loro come è il volontario, favorisce un confronto relazionale in cui solidarietà e disponibilità si scambiano permettendo così alle persone colpite dalla malattia di non sentirsi sole.
In day hospital i momenti di “compagnia” sono integrati anche da un servizio ristoro, che permette un avvicinamento diverso, partendo proprio dalle necessità materiali che contribuiscono ad alleggerire la durata delle terapie o le attese dei parenti.
Lo stesso servizio è organizzato per le attese degli ambulatori e, soprattutto per le persone che arrivano da sole, può essere l’occasione di uno scambio o un affiancamento secondo le necessità.
In hospice l’accoglienza è decisamente allargata ai famigliari e raccoglie spesso il dolore e le difficoltà di chi sta vivendo una temporalità terminale, per cui l’affiancamento è dosato e mirato a questa condizione.